
(Pasta e ceci) È un piatto tipico della cucina salentina ma ha origini arabo-siciliane.
Il tocco che aggiunge sapore è dato da una piccola quantità di pasta che va fritta e all’ultimo mescolata al resto della minestra di Dario Ersetti

Ciceri e tria, un piatto sano e squisito. Foto di Dario Ersetti
Piatto di derivazione arabo-siciliana ormai diventato simbolo del Salento.
In tutto il Medioriente si usa mangiare l’hummus, un purè di ceci con tahiné (crema di semi di sesamo salata, simile alla Nutella), assieme a una pasta fritta in olio che assomiglia agli italiani capelli d’angelo.
La prima collocazione siciliana dei “tria” la dobbiamo a Abu Abd Allah Muhammad al-Idrisi al-Qurtubi al-Hasani al-Sabt, più conosciuto come al-Idrisi, che fu il geografo arabo che disegnò la carta del mondo per conto del re Ruggero II di Sicilia. Fu anche incaricato di studiare usi, tradizioni e costumi delle popolazioni siciliane, raccolte poi nel Kitab-Rugiar (Libro di Ruggero) nel 1154.
E proprio in questo libro si trova forse la prima citazione sulla produzione siciliana degli spaghetti sottili chiamati tria in dialetto siciliano e itryah in arabo. Di forse un secolo precedente abbiamo invece un’illustrazione degli itryah, in un codice miniato scritto dal medico iracheno di fede cristiana Abu al-Hasan al-Mukhtar ibn ‘Abdun (traslitterato come Ububchasym de Baldach), attivo a Baghdad intorno alla metà dell’XI secolo. Tra le copie del suo codice Tacuini Sanitatis le più famose sono a Vienna, a Parigi e a Roma (Biblioteca Casanatense, con il nome di Theatrum Sanitatis).
La ricetta
Dosi per 4 persone:
- 200 gr di farina di grano duro rimacinata
- 300 gr di ceci
- 1 carota
- 1 gambo di sedano
- 1 spicchio d’aglio
- 1 cipolla (o 2 sponzali)
- 3 pomodorini
- un po’ di rosmarino
- olio extravergine d’oliva
- sale
Tenere a bagno i ceci in acqua per una notte. Scolarli, sciacquarli e metterli in una pentola (meglio se di coccio) assieme alle verdure e acqua sufficiente per ottenere una minestra piuttosto brodosa. Verso fine cottura togliere l’aglio, schiacciare il sedano e la carota (o toglierli) e salare.
Nel frattempo preparare la pasta nel solito modo con farina, acqua e un pizzico di sale. Impastare bene, far riposare l’impasto coperto da un panno umido, tirare poi una sfoglia e tagliarla a formare tagliatelle.
Di queste tagliatelle friggerne in olio abbondante circa un terzo, scolarle e salarle leggermente. La pasta rimanente va lessata nella pentola con i ceci cotti.
Servire la minestra aggiungendo la pasta fritta, mescolare e irrorare con un po’ d’olio.
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