La Woodstock italiana della musica nera americana Nato dalla passione per il soul e rhythm & blues del porrettano Graziano Uliani il festival, giunto quest’anno alla sua ventinovesima edizione, è diventato il più prestigioso evento di musica soul al di fuori del confini degli USA.
E da quest’anno a Porretta c’è anche il “Soul Museum” di Vincenzo Zagà
Porretta Terme (Bologna). Porretta Soul Festival 2016
Il Porretta Soul Festival, Tribute to Otis Redding, è un festival soul che si svolge solitamente nella terza decade di luglio al Rufus Thomas Park di Porretta Terme, in provincia di Bologna, ed è ormai diventato, dal 1988, il più prestigioso appuntamento europeo interamente dedicato alla musica soul e rhythm & blues. Un riferimento particolare viene dato alla musica di Memphis, il Memphis Sound, la scuola musicale del grande Otis Redding, al quale il festival è dedicato e a cui Porretta ha intitolato anche una strada.
Data ufficiale di nascita del festival è il 10 dicembre 1987 per iniziativa di Graziano Uliani, un porrettano verace, innamorato di musica soul, il quale, dopo aver partecipato alle celebrazioni per il ventesimo anniversario della morte di Otis Redding a Macon, in Georgia (USA), decise di organizzare un festival in suo onore in Italia, a Porretta Terme, cittadina termale dell’Appennino bolognese. Il merito di Uliani, patron e deus ex-machina della manifestazione, è di essere riuscito a trasformare l’amore incontenibile per questa musica in una manifestazione di successo, divenuta l’avamposto più credibile e autentico della soul music al di fuori dei confini d’America. Location tradizionale dell’evento è il parco di Porretta intitolato a Rufus Thomas, il suo cittadino onorario più importante.
In questi ventotto anni sono passati da Porretta i più bei nomi del soul e rhythm & blues, molti di questi giunti appositamente per la prima volta in Europa, altri, scovati dal patron Uliani, collaboratori in sperdute località del profondo Sud degli States, riproposti al pubblico italiano e alla stampa internazionale. Porretta è così entrata di diritto nelle enciclopedie e nelle biografie ufficiali dei grandi interpreti del soul tanto che si è guadagnata un posto nel prestigioso Stax Museum of American Soul Music a Memphis, metropoli del Tennessee, riconosciuta capitale del rhythm & blues oltre che del rock, ove si sono affermati B.B. King, Elvis Presley, Rufus Thomas, Al Green e tanti altri campioni della musica nera.
In più di un quarto di secolo a Porretta sono sfilati, oltre al grande Rufus Thomas, la discendenza diretta di Rufus come il figlio Marvell, tastierista e arrangiatore, e le figlie Carla e Vaneese, cantanti sublimi, e centinaia di artisti dal Nord America, dall’Italia (Zucchero Fornaciari, Renzo Arbore, Andrea Mingardi, Giorgia ed altri) e da altri paesi del mondo. Tutti a testimoniare la passione per la musica soul, un incrocio pirotecnico tra blues, gospel e sermoni religiosi trasposti in musica, nato alla fine degli anni Cinquanta nel Sud degli Stati Uniti. Gli appassionati accorrono a questo evento musicale come se si trattasse di una Woodstock della musica nera americana, contribuendo a trasformare una tranquilla località appenninica, nota più che altro per la salubrità dell’aria e delle acque termali, Porretta appunto, in una piccola Memphis.
Quest’anno il Festival è giunto alla sua 29esima edizione. Le 29 candeline sono state spente nelle affollatissime serate musicali svoltesi dal 21 al 24 luglio 2016. House band è stata la Bey Paule Band di San Francisco che ha accompagnato Stan Mosley, Toni Green, Stacey Merino, Falisa Janaye, Jerry Jones, Theo Huff, James & Black e Vasti Jackson, fino ai pezzi forti della serata che in un crescendo rossiniano si sono esibiti sul palco fino ad una memorabile jam session finale con John Ellison. Altro pezzo da novanta è stato Bobby Rush, 83enne leggenda vivente del rhythm & blues, celebrato da Martin Scorsese nel documentario The blues, che ha scelto il palcoscenico del parco intitolato a Rufus Thomas per presentare in prima assoluta il suo nuovo album, Porcupine meat.
Prima della travolgente jam session finale si è esibito George McCrae, che nel 1974 scalò le classifiche di mezzo mondo con Rock your baby, aprendo l’era disco e restando per due settimane al primo posto nella hit parade Pop e R&B.
Evento nell’evento è stata l’inaugurazione del Porretta Soul Museum, un nuovo spazio inaugurato per documentare e raccontare, con un vasto archivio di materiale , la storia del festival dal 1988 a oggi e di come da un semplice concerto la manifestazione sia diventata un punto di riferimento internazionale.
Per il prossimo anno, in cui si festeggerà la 30esima edizione, si preannunciano sorprese altisonanti.
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