Dodici artisti alla conquista dell’Europa “The Still House Group”, un’organizzazione emergente di giovani artisti americani con sede a Red Hook, il vecchio porto di Brooklyn, ha scelto il Museo Pascali di Polignano per presentare le proprie opere in Italia.
Un’esperienza collettiva che sta dando risultati proficui… e già qualche quotazione strepitosa di Pietro Marino
Polignano a Mare (Bari). Museo Pascali. Mostra “The Still House Group”
Hanno scelto un museo in Puglia per la prima grande mostra in Italia dodici giovani artisti di New York. Sono i fondatori e soci del “The Still House Group”. Si chiamano così dalla vecchia distilleria (“stillhouse”) a Red Brook, la zona di Brooklyn che affaccia sull’Hudson dove otto di loro hanno messo su gli studi. Sono discesi in massa nel Museo Pascali di Polignano a Mare portando con sé le opere oppure creandole sul posto. Una mostra che ha suscitato molta attenzione, perché i giovanotti (men che trentenni) sono pieni di idee e di energia. “Reinventano” pittura e scultura citando l’arte moderna americana (Action painting, Field painting, Minimal art, Pop art) con ironia fluttuante fra Dada, Fluxus, Arte Povera. Piacciono al pubblico giovane e al rampante mercato USA. Lo conferma la mostra allestita nelle stanze luminose del museo dedicato all’arte contemporanea che porta il nome di Pino Pascali, grande artista barese morto nel pieno della fama a Roma nel 1968, a soli 33 anni.
Già l’ingresso appare ostruito da una paratìa di trasparenti scudi antisommossa. L’autore, Jack Greer, in altre sale espone una delicata superficie astratta di carta e scotch “cucita” con tratti di filo, e due grandi paesaggi urbani di eleganza grafica ottenuta trapuntando cascami di stoffe. Abbondano analoghi esercizi dell’inganno. Alex Perweiler: geometrie seriali da ingrandimenti di bruciature da fiammiferi. Isaac Brest: tre pannelli monocromi alla Ryman, in realtà cartongessi da trasporto di ditte varie. All’opposto Brendan Lynch: tavole in foglia d’oro e d’argento con lievi graffiti che sembrano piastre a parete. Di Nick Darmstaedter è un grande quadro strutturato in netti campi cromatici: ha ingrandito una cover dei Doors svuotando le scritte. Augustus Thompson stampiglia decorativi fondi di bicchiere. Campeggia una tela con impetuose spalmature di rossi da Action painting: è dipinta da Louis Eisner alla maniera delle scimmie. Dylan Lynch innalza una finta scultura minimal con lati di cassette di alluminio. Zachary Susskind evoca flessuosità plastiche sospendendo tubicini da innaffiamento recuperati a Polignano e monta come quadri fiamminghi ritagli di foto con storie “italiane” (da Berlusconi ai Sopranos). Una graziosa installazione di vasetti con piante da balcone nasconde trappole mortali con canne da pesca (sempre Darmstadtaer). Vaschette in cui galleggiano delle mele (citazione di un gioco di abilità) sono disseminate da Alex Ito. I ritratti a vernice sempre fresca di Halley Mellin, la montagna su vinilico traforato di Peter Sutherland offrono intrighi tra pittura e fotografia.
“Still House” fu fondato nel 2007 dai giovanissimi Isaac Brest e Alex Perweiler, venuti a New York da Los Angeles. Volevano promuoversi e promuovere artisti esordienti con un progetto di autogestione totale, alternativo al sistema delle gallerie. Ma niente ideologie né collettivismo all’europea. Gli artisti associati (otto in permanenza, altri a rotazione) lavorano individualmente. Mettono in comune le spese di gestione, l’organizzazione di mostre all’esterno, la promozione e vendita delle opere (puntano sui collezionisti). Il ricavato va per il 60% all’autore, il 10 % a chi cura le singole vendite, il 30% al fondo comune. Funziona? Pare di sì. Intanto hanno alle spalle famiglie con relazioni sociali, collezionisti pronti, un mercato assetato di sangue fresco. Clamoroso il caso di Lucien Smith, 25 anni, che facendo parte del gruppo due anni fa vendeva i quadri a 2.000 dollari. È stato preso dalla casa d’aste Phillips (ora i proprietari sono russi); da Sotheby’s una sua opera è schizzata un mese fa a 369.000 dollari. Gli altri sono pronti a spiccare il volo. Da Polignano muovono alla conquista dell’Europa. Sono già stati a Bruxelles, li attende Londra.
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