Una straordinaria opportunità di scambi culturali
Parla il Console James Rodriguez, responsabile dell’Ufficio Public Affairs del Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli, intervenuto all’American Day del Liceo Scientifico De Giorgi di Lecce di Flavia Pankiewicz
Il Console James Rodriguez
Un American Day, una giornata interamente dedicata alla cultura americana e agli scambi culturali con l’Italia è stata organizzata con successo, all’inizio di quest’anno, dal Liceo Scientifico Cosimo De Giorgi di Lecce. Da numerose città italiane (Firenze, Roma, Cosenza, Gubbio, Napoli) e persino dalla Norvegia sono intervenuti gli “ETAs”, gli “English Teaching Assistants” vincitori delle borse di studio “Fulbright”, che stanno trascorrendo un anno in Italia.
C’erano: Lindsay Paiva, Andrea Leone, Elyse McLaughlin, Tiffanie Bui, Nicholas Crown, David D’Antonio e Mattea Cumoletti, che sta operando come English Teaching Assistant presso il Liceo De Giorgi di Lecce.
I loro sintetici ma brillantissimi interventi hanno trattato i temi più diversi: dal luogo da cui provengono alla storia del jazz, dalla squadra preferita di football americano a problematiche didattiche.
All’incontro, oltre al Dirigente Scolastico, Giovanna Caretto, ed alla Prof. Patrizia Sanguedolce, organizzatrice dell'evento, ha partecipato il Console James Rodriguez, delegato alla Cultura e ai rapporti con la Stampa, del Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli. Nato a Washington DC, proviene da una famiglia originaria di El Salvador. È a Napoli con la moglie e tre figlie ed è un grande estimatore della cultura ed anche della cucina italiana.
Gli abbiamo rivolto alcune domande sul “Progetto Fulbright”.
Signor Console, può spiegarci in sintesi com’e’ nato e come si articola il “Progetto Fulbright”?
Il “Pogetto Fulbright” è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale con lo scopo di promuovere la comunicazione interculturale. Attualmente rappresenta un programma davvero prestigioso, al quale hanno partecipato molti leader internazionali. Uno degli aspetti meno conosciuti è forse costituito dal programma “ETA” – “English Teaching Assistant”. L’ETA seleziona giovani laureati americani che lavoreranno come assistenti di lingua inglese in alcune scuole secondarie superiori. Da un lato, gli studenti nelle scuole ne beneficiano in termini di miglioramento delle loro abilità linguistiche e dall’altro, gli ETAs hanno modo di approfondire la conoscenza della cultura del paese che li ospita, che poi condivideranno con altri al loro ritorno. Cerchiamo di inviare gli ETAs in tutta Italia per lavorare come “piccoli ambasciatori”.
Quanti borsisti ci sono quest’anno in Italia, in quali città operano e con quale criterio è stata assegnata la destinazione “Italia”?
I borsisti sono di un numero limitato, quest’anno in Italia ne abbiamo sei e le città in cui lavorano sono: Gubbio, Lecce, Napoli, Palermo, Roma, Cosenza. Loro indicano un’area geografica di preferenza e poi in base anche alle scuole selezionate vengono effettuati gli abbinamenti. Gli ETAs sono molto richiesti e noi siamo contenti di metterli a disposizione.
Con quali criteri sono state selezionate le scuole?
Lavoriamo in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione che ci aiuta ad individuare le scuole che rappresentano le eccellenze nel paese, con studenti tra i più meritevoli che possano effettivamente beneficiare della presenza, nel loro istituto, di un madrelingua americano. Inoltre, uno dei principali criteri di selezione è rappresentato dalla capacità della scuola stessa di fornire a un ETA un’adeguata assistenza logistica e didattica.
Lei sta per concludere il suo mandato in Italia. Può tracciare un bilancio della sua esperienza?
Lavorare in Italia è un sogno che coltivavo da tempo, e infatti ho scelto questa destinazione rifiutando un’identica proposta di lavoro come Public Affairs Officer a Melbourne in Australia. L’Italia è una delle destinazioni più richieste tra i diplomatici. In particolare, del Sud amo la cultura, le persone e il cibo. Ci sono così tante opportunità di visitare luoghi storici e di interesse culturale. È stato fantastico! Ho incontrato persone meravigliose che hanno cercato concretamente di contribuire al miglioramento della situazione economica qui al Sud. Spero che il mio italiano sia migliorato in questo periodo. Direi che è stata un’esperienza esaltante, ne conserverò solo bei ricordi e spero di poter tornare nel prossimo futuro.
Quali sono state le impressioni della visita a Lecce?
Lecce è una città meravigliosa: ora capisco finalmente perché è soprannominata “la piccola Firenze del Sud”. In realtà, non solo Lecce ma tutto il Salento è stupendo: gli abitanti possono persino scegliere la mattina in quale mare tuffarsi. Poi ci sono ulivi dovunque. Ho avuto l’opportunità di visitare un’azienda agricola che produce forse il miglior olio d’oliva d’Italia, se non del mondo intero! Spero di poter tornare presto anche lì.