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- FEBBRAIO 2018 -
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Cultura
“Ciak, si gira”
Tra i mille set di Ferrara
Un percorso tra i luoghi che hanno fatto da set ad una lunga serie di film girati dai primi del 900 ad oggi. È la proposta dell’associazione culturale FILMa pART.
Da La lunga notte del ‘43 di Vancini, con Enrico Maria Salerno, a Il giardino dei Finzi Contini di De Sica, da Gli occhiali d’oro di Montaldo a Il mestiere delle armi di Olmi. Tanti celebri film e un unico set: Ferrara
di Dario C. Nicoli
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Dominique Sanda e Lino Capolicchio ne Il giardino dei Finzi Contini (1970) di Vittorio De Sica, tratto dall'omonimo romanzo (1962) di Giorgio Bassani, ambientato negli anni tra il 1938 e il '43 e girato a Ferrara

      La cinepresa spazia a semicerchio sulle cupole di una città surreale immersa nella nebbia e si posa su una finestra. Ferrara, novembre 1943: il paese è allo sbando, da poco è nata la Repubblica di Salò. Dietro i vetri che si affacciano sul castello, un giovanissimo Enrico Maria Salerno nei panni del farmacista Pino Barilari prende in giro i passanti, ribelle alla malattia venerea che lo corrode e lo immobilizza su una sedia a rotelle. È il personaggio centrale del film girato nel 1960 da Florestano Vancini, La lunga notte del ’43, che racconta l’eccidio di un gruppo di partigiani per mano fascista. Barilari, unico testimone di questo delitto, morirà senza rivelare il nome degli assassini per vendetta nei confronti della bellissima moglie che lo tradiva.

      Ferrara visitata attraverso l’occhio della cinepresa. Un modo originale di guardare una città che vanta origini risalenti al longobardo Astolfo, che è stata la prima signoria nel 1208, con Azzo VI d’Este, e la città più moderna d’Europa nel Rinascimento, proposto da Massimiliano Gaudiosi e Mariasole Mautone dell’Associazione culturale FILMa pART. Il percorso di visitazione tocca i luoghi più cari ai registi italiani e stranieri. La città del Savonarola, di Balbo e di Giorgio Bassani rivisitata attraverso l’occhio della cinepresa. Perché Ferrara, come set cinematografico, affonda le sue radici nel 1909, quando fu girato il melologo Parisina, su soggetto del ferrarese Domenico Tumiati. Alla prima del film, proiettato nel cortile del castello, era ospite, tra gli altri, Gabriele D’Annunzio. Da allora i riflettori si sono accesi una o più volte l’anno in una città che si appalesa come set sempre aperto e ospitale. E quando la città non basta è sufficiente andare verso il Delta del Po, dove di tanto in tanto si incontrano le meravigliose “Delizie”, le dimore di campagna degli Estensi e un ambiente acquatico che evoca storie antiche e offre paesaggi di struggente bellezza.

      Nel 1912 si gira Sotto a chi tocca nelle vie della città medievale e il successo di questa comica fu tale che durante i 15 giorni di proiezione il pubblico doveva essere regolamentato dai vigili urbani. Nel 1913 Roberto Danesi realizza Torquato Tasso riempiendo il castello di armigeri. Poi film minori, fino al 1942, quando Luchino Visconti gira Ossessione piazzando le sue cineprese in Piazza della Repubblica, davanti al Castello Estense, in via Saraceno e alla Stazione ferroviaria. La lunga notte del ’43, del 1960, viene girata da Florestano Vancini in alcune vie della città ma anche in uno studio nel quale il castello è riprodotto con assoluta fedeltà. Nel 1963 Antonio Pietrangeli realizza Pina con Sandra Milo e nel ’70 è la volta di De Sica che, ispirandosi all’omonimo libro di Bassani, gira Il giardino dei Finzi Contini, collocandolo lungo via Ercole I d’Este, nel luogo in cui lo scrittore lo aveva immaginato. Vancini gira nel 1974 Amore amaro ambientando il racconto di Carlo Bernari anziché a Roma, come sarebbe stato più corretto, nella città in cui il regista aveva trascorso la sua fanciullezza. Piazza Ariostea compare nel film di Giuliano Montaldo del 1987, Gli occhiali d’oro, tratto ancora da un romanzo di Bassani, nel quale un eccezionale Philippe Noiret veste i panni di un maturo omosessuale ai tempi del regime. Anche il Barone di Munchausen di Terry Gilliam (1989) vede in uno dei suoi viaggi il castello di Ferrara, città nella quale un Michelangelo Antonioni gravemente malato gira Al di là delle Nuvole nel 1995. Tra gli altri titoli sono da ricordare Ravanello Pallido di Gianni Costantino del 2001, Il Mestiere delle armi di Ermanno Olmi del 2002, Ciao America di Frank Ciota ( 2002), La vita come viene di Stefano Incerti del 2003, E ridendo l’uccise di Vancini (2004). Tanti e recenti i film per la Tv.

      La visita turistica mette in mostra le sue pietre preziose: il duomo consacrato nel 1135, il castello quattrocentesco, Palazzo Schifanoia, la Palazzina di Marfisa d’Este, il Palazzo dei Diamanti, un edificio cinquecentesco decorato da 12.600 blocchi di marmo appuntiti, opera di Biagio Rossetti, come le possenti mura che cingono la città per quasi 9 chilometri . Edifici che parlano di intrighi, di guerre e di armi ma anche di cultura, musica e arte. Alla corte degli Estensi hanno trovato accoglienza i Pisanello, i Veronese, il Tasso e l’Ariosto. Tanti sarebbero i nomi del passato da ricordare, ma tanti sono anche gli artisti che hanno arricchito la città facendola conoscere al mondo attraverso le nuove arti. Un nome per tutti, il direttore d’orchestra Claudio Abbado.
 

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