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- FEBBRAIO 2018 -
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New York - New York
Quel grandioso esperimento dell’umanità chiamato New York Il racconto di un italiano a New York.
D’origini baresi e salernitane, dopo aver completato gli studi e vissuto in vari paesi stranieri si è trasferito nella Grande Mela dove ha avviato con successo “il mio viaggio a New York”, un’attività che propone originali tour della città.
“Credo che New York sia la patria di ogni emigrante. E qui tutto può trasformarsi in una fantastica esperienza… tra sogno e realtà”
di Piero Armenti
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New York. I mercatini di Union Square hanno una magia particolare durante il Natale. Foto di Piero Armenti

Mi chiamo Piero Armenti, sono un urban explorer. Vivo da cinque anni a New York, dove mi occupo di marketing turistico, e gestisco l’impresa ilmioviaggioanewyork.com. Sono arrivato in questa metropoli un po’ per caso, forse smarrito dopo aver finito il dottorato in Italia. Non sapevo cosa fare. Avevo già vissuto all’estero diversi anni, per la precisione in Venezuela. E quando inizi a viaggiare senti una grande attrazione verso questa metropoli. Dopo cinque anni a New York posso dire di non essermi stancato. È una città piena di vita, ti dà la sensazione di avere per te grandi progetti. Certo non ti regala nulla, bisogna guadagnarselo rischiando anche un po’. La svolta per me è stata l’invenzione del tour per le terrazze panoramiche di Manhattan. Tour che ci ha dato molta fama e un discreto successo in tutto il mondo. Abbiamo avuto numeri pazzeschi l’anno scorso. Fino a 166 persone con quattro pullman. La gente ama andare da una terrazza all’altra, immergersi nel panorama newyorkese. Credo che la città mostri la propria forza soprattutto durante la notte, quando chi lavora di giorno si getta tra le sue strade. Un fiume di persone, in gran parte giovani o che si sentono giovani. La sensazione è che a New York non si invecchi mai. Che si rimanga continuamente in attività, con gli occhi sgranati di un bambino ancora capace di innamorarsi della vita e delle sue cose.

Torno spesso in Italia, anche a Bari, che è la mia città paterna, dove abbiamo una casa. E ritrovo molta Puglia anche qui. Anche a New York è facile imbattersi in ristoranti che offrono piatti tipici come riso, patate e cozze. Vado per esempio da Mercato a mangiare la tiella. Ed è fantastico. È questa un’altra cosa che adoro di New York: tutti i prodotti italiani ci sono, perché la comunità italoamericana è immensa. Davvero numerosa. Non bisogna rinunciare a niente. New York è la mia città, e probabilmente lo sarà sempre. Mi sento a casa, nella maniera in cui io considero la casa. Un luogo ospitale e tuo. Ma non è solo Manhattan, infatti noi abbiamo organizzato un tour per visitare Bronx, Brooklyn e Queens. L’emozione di trovarsi davanti allo Yankee Stadium che è un po’ il tempio dello sport americano. O la forza del quartiere ebraico di Brooklyn, insieme agli scorci di Dumbo: da film! Per non parlare della forza di Harlem; assistere a una messa Gospel è un’esperienza incredibile. Spesso pensiamo che la messa debba essere necessariamente qualcosa di noioso. Ma non è così. Può essere un’esperienza davvero allegra.

È importante avere un’idea completa di questa metropoli, che includa anche le zone più periferiche ma che hanno un grandissimo fascino, perché capaci dirti qualcosa in più su questo esperimento dell’umanità chiamato New York.

Ci sono ovviamente degli aspetti negativi, gli affitti degli appartamenti sono molto alti. E spesso gli stipendi non lo sono altrettanto. Però qui molti vivono con i coinquilini. E la cosa è abbastanza normale.

Perché rimanere a New York? È una domanda che spesso mi faccio, e ci facciamo tutti qui. In fondo veniamo dall’Italia, veniamo dall’Europa, e potremmo trovare opportunità di lavoro e d’impresa anche in Europa. Però io credo che New York sia qualcosa di totalmente diverso, credo che New York sia la patria di ogni emigrante, e come tale ci spinge a dare sempre il meglio di noi stessi. Anzi il massimo. A me è successo così. In Italia non mi sarei mai trasformato in un imprenditore. Non ne sentivo l’esigenza. Ma qui a New York, trascinato dalla follia di questa città, dalla pazzia dei suoi abitanti, tutto può trasformarsi in una fantastica esperienza. E in una grande opportunità di vita.

La città va girata a piedi, va toccata, va odorata, ascoltata. Perché da questo punto di vista stiamo parlando di una metropoli in equilibrio tra sogno e realtà. Una cosa non semplice. Provate a fare una camminata da Union Square fino a Battery Park per vedere quanti mondi si attraversano. Unico!