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- FEBBRAIO 2018 -
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Da Bari a New York City
Storia di Laura e del suo violino
Formatasi musicalmente a Bari, sulle tracce dei grandi Maestri del passato, Laura Giannini ha trovato oltreatlantico il terreno più fertile per la sua crescita professionale.
“Questa città offre la possibilità di incontrare e di suonare con musicisti di fama internazionale”
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New York. LeFrak Concert Hall. Quartetto

Bridge Puglia USA ha raccolto la testimonianza della giovane violinista barese, Laura Giannini, che racconta la sua esperienza entusiasmante nel mondo della musica della Grande Mela.

 

“Sono molto felice di condividere con lettori pugliesi appassionati di cultura ed arte la mia esperienza americana musicale e di vita. Permettetemi un accenno alle mie origini: sono nata a Bari, capoluogo pugliese e città che rappresenta per me un luogo familiare e una continua fonte di ispirazione artistica. Gli storici teatri Petruzzelli, Piccinni e Margherita, l’antico edificio del Conservatorio, il paesaggio urbano e naturale vario, la splendida costa sull’Adriatico, tutto costituisce un’incredibile fusione di storia e natura. Dove c’è storia c’è anche cultura del passato, con le tracce e le opere di grandi Maestri come Giovanni Paisiello, Saverio Mercadante, Niccolò Piccinni e Nino Rota. La passione per la musica è nata in me proprio in questo ambiente, quando all’età di sei anni scelsi il violino che poi divenne la mia professione. Dopo studi e lavoro in Italia e Germania ho deciso di dare una svolta al mio percorso artistico, guardando fuori dall’Europa, a New York City, che da sempre rappresenta per me la metropoli in cui si ritrovano a collaborare artisti provenienti da tutto il mondo.

Lavorare come violinista in NYC è un’esperienza professionale stimolante e competitiva in modo costruttivo. Questa città in poco tempo mi ha permesso di incontrare e suonare con musicisti di fama internazionale come Mark Peskanov, Alexander Markov, Daniel Phillips, Giora Schmidt e molti altri, ed esibirmi in prestigiose sale da concerto fra cui la David Geffen Hall al Lincoln Center, ove è di casa la New York Philharmonic, e la rinomata Carnegie Hall. Spesso avevo sentito parlare di NYC come della “città che non dorme mai” e, da quando ci vivo, posso solo confermarlo. Desideravo un ambiente attivo per artisti internazionali altamente creativi, motivati e desiderosi di esibirsi il più possibile, ed eccomi dove questo è davvero possibile! Certo è necessaria una grande dose di energia, ma quando si vede la possibilità di realizzare le proprie idee e di migliorarsi continuamente, come ogni artista devoto alla sua disciplina dovrebbe per piacevole obbligo verso se stesso prima che verso il suo pubblico, allora la forza interiore è lì in automatico. Il lavoro diventa un’entusiasmante esperienza di crescita personale e ricerca. Qui mi ritrovo ad aggiungere alla quotidiana pratica strumentale, necessaria all’attività esecutiva di performer, una continua ricerca di contatto con altri musicisti locali. Questo è possibile attraverso la frequentazione di concerti, eventi culturali, mostre, gatherings di ogni tipo e le cosiddette “jam sessions” che sono già tanto popolari in ambito jazz, e si usano qui a NYC molto anche in ambito classico con il nome di “chamber music readings”: musicisti si danno appuntamento per leggere brani della letteratura cameristica, ed è così che nascono collaborazioni e progetti. Oltre all’attività di performer svolgo regolarmente anche quella di insegnamento. Ho uno studio presso due scuole private, una in Long Island City e una nell’Upper East Side in Manhattan. L’interessante per me nell’insegnare violino qui in America è la possibilità di entrare in contatto diretto con altri metodi differenti da quello con cui io sono cresciuta. In particolare mi riferisco al Metodo Suzuki che è diffusissimo qui, specialmente per l’introduzione al violino di alunni giovanissimi. Quotidianamente ho la possibilità di lavorare con ragazzi di ogni età e bambini che a volte non hanno ancora compiuto i quattro anni, ed è davvero interessante poterli osservare e sperimentare metodi di apprendimento per loro. I miei progetti futuri includono, oltre al prosieguo dell’attività concertistica, l’apertura di un mio studio privato come insegnante e l’incisione di un CD che esplori sonorità jazz in collaborazione con alcuni amici jazzisti, integrando così la passione che nutro per questo genere musicale di cui NYC è patria.”