
Consigliamo di gustarlo con un bicchiere di vino bianco di Leverano di Dario Ersetti

Polpette di sardine. Foto di Dario Ersetti
È un piatto che veniva preparato quando si doveva mangiare di magro secondo le direttive della Chiesa cattolica, per esempio nei venerdì di Quaresima.
Le sardine sono già un prodotto economico ma in questo caso, aggiungendo abbondante pane grattugiato, si riduce ulteriormente il costo complessivo della pietanza.
A proposito della scelta del caciocavallo, che in questa ricetta viene utilizzato grattugiato, notiamo che da non molto si può trovarne di stagionato in grotta a Noci, nelle Murge meridionali. È una procedura che aggiunge molto alla bontà già intrinseca del prodotto. La differenza non può ovviamente essere apprezzata nelle polpette di sarde, pertanto consigliamo di preparare le polpette con un normale caciocavallo e di gustare, perché no, in sequenza, dello squisito caciocavallo di fossa.
Un consiglio per l’abbinamento del vino.
Le sarde freschissime non “sanno di pesce”, il caciocavallo non “sa di formaggio”: in questa ricetta le polpette avranno un sapore delicatissimo! Noi consigliamo di bere in abbinamento un bianco di Leverano, dal sapore fresco e asciutto con una leggera vena fruttata, con sentori di mela verde e una giusta acidità, dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini. È ottenuto da uva Malvasia Bianca per l’80% e Chardonnay per il 20%, ha una gradazione alcolica del 12° e va servito a una temperatura di 8-10°C.
La ricetta
Ingredienti:
- 500 gr di sardine (pulite diventeranno 300 gr circa)
- 100 gr di pane grattugiato
- 50 gr di caciocavallo grattugiato
- 2 uova
- la scorza grattugiata di un piccolo limone
- uno spicchio d'aglio tritato finemente
- una manciata di prezzemolo
- sale
- pepe
- olio extravergine d’oliva
Pulire le sarde, togliere loro la testa, le interiora e la lisca centrale, risciacquarle e asciugarle. Tritarle grossolanamente con un coltello e mescolarle a pane grattugiato, caciocavallo grattugiato, prezzemolo, aglio, uovo, sale e pepe. Mescolare per ottenere un impasto piuttosto sodo dal quale ricavare delle polpettine della grandezza di una noce, che si friggeranno in olio abbondante dopo averle infarinate.
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