

Lenticchie coi lampascioni. Foto di Dario Ersetti
Le lenticchie sono quasi certamente la prima pianta coltivata dall’uomo.
In Italia la coltivazione non è ancora meccanizzata. A luglio si effettua il raccolto, si sistemano le piante in mucchietti e si lasciano asciugare, ad agosto si trebbia e a settembre si può cominciare a consumarle.
In Italia le lenticchie più famose e più buone sono quelle di Castelluccio di Norcia (Perugia), di Pantelleria (Trapani), di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) e di Altamura (Bari). Le più vendute invece arrivano dalla Turchia, dal Canada e dagli Stati Uniti.
A Castelluccio è tuttora viva l’usanza dei vecchi contadini che il primo maggio fanno il giro dei campi ed eseguono riti ancestrali per invocare la protezione dal fuoco, dalla siccità, dalle tempeste e dalle cavallette. Piantano in ogni campo una piccola croce fatta con ramoscelli d’olivo, gettano sul terreno dei carboni benedetti e alcune gocce di acqua santa recitando una preghiera a san Benedetto e santa Scolastica.
“Le lenticchie coi bulbi, quando il freddo è forte, sono come ambrosia”, così diceva il filosofo greco Crisippo. Ce ne dà notizia lo scrittore greco Ateneo nella sua opera Deipnosoph (I dotti a banchetto). Nonostante Crisippo sia stato autore di oltre duecento opere, nessuna è giunta fino a noi e se ne ha notizia solo tramite altri autori. Di lui si conoscono solo alcuni frammenti rinvenuti nella villa dei papiri di Ercolano, che è strettamente correlata con il museo papirologico di Lecce.
I “bulbi” sono i lampascioni (cipollaccio col fiocco), il cui uso fino a poco tempo fa era limitato alla Grecia e all’Italia meridionale e in modo particolare alla Puglia.
Abbiamo provato a creare, o forse ricreare, una ricetta ispirata a Crisippo per verificare se la sua affermazione è condivisibile. È semplicissima.
La ricetta
Dosi per 4 persone:
- 300 gr di lenticchie
- un gambo di sedano
- 2 spicchi d’aglio
- 16 lampascioni
- sale
- olio extravergine di oliva
Mettere in un tegame le lenticchie con il sedano tagliato a pezzetti e l’aglio, coprire d’acqua e far cuocere senza sale aggiungendo un po’ d’acqua se necessario. Quando cotte, le lenticchie dovranno aver assorbito tutta l’acqua. Aggiustare di sale e condire con un po’ d’olio.
Nel frattempo si saranno curati i lampascioni togliendo loro la membrana esterna e le radici e si saranno tenuti a bagno per qualche ora per togliere loro un po’ del caratteristico amaro. Si taglieranno poi in quattro e si faranno soffriggere per qualche minuto in un po’ d’olio salandoli alla fine. Non dovranno essere troppo cotti.
Servire mettendo le lenticchie nel piatto e adagiandovi sopra i lampascioni con il loro olio di cottura.
È un piatto eccezionale in quanto l’amaro dei lampascioni e la loro consistenza croccante farà da contraltare alla dolcezza delle lenticchie e alla loro morbidezza.
Se è questo il piatto di cui Crisippo parlava aveva ragione!
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