

Peperoni e cozze. Un piatto saporitissimo. Foto di Dario Ersetti
È una di quelle ricette estive che rendono meglio se fatte all’aperto. Il fuoco deve essere vivo, non si deve aver paura degli schizzi, l’odore dell’aglio si deve sentire. L’ideale sarebbe usare la padella di ferro sulle braci di legno d’olivo. Chi in Spagna ha visto cuocere i pulpitos ha già capito.
Proponiamo due versioni della ricetta, una da servire in piatto e una su fette di pane.
La ricetta
Dosi per 4 persone:
- 500 gr di cozze tarantine
- 500 gr di peperoni verdi
- 1 spicchio d’aglio
- 5 pomodorini
- olio extravergine d’oliva
- (sale)
- fette di pane casalingo
Pulire e togliere i gambi e i semi ai peperoni, tagliarli a striscioline e farli soffriggere in un tegame in olio con l’aglio. Quando saranno appassiti e un po’ abbrustoliti e leggermente caramellati aggiungere i pomodorini tagliati in quattro.
Dopo qualche minuto unire le cozze crude ben pulite, coprire il tegame e far andare a fuoco vivo finché le cozze si saranno aperte. Forse non serve aggiungere il sale in quanto dovrebbe bastare il liquido delle cozze. Dare una mescolata e servire con fette di pane tagliate a bastoncini e fritte in olio.
La versione da servire su fette di pane casalingo abbrustolite sulla brace e sfregate con aglio oppure fritte in olio prevede che le cozze siano aperte a crudo, tenendo la loro acqua e buttando i gusci.
È una ricetta rustica, per cui i peperoni devono essere verdi e non bisogna risparmiare sull’olio e sull’aglio e sul pane fritto. Se si opterà per i peperoni rossi e gialli si otterrà un piatto più dolce e visivamente più invitante, anche se lo spirito della ricetta andrà perso.
Un chiarimento finale. Anche per questa ricetta il dosaggio degli ingredienti indica la proporzione tra gli stessi e non un’indicazione precisa sulle porzioni individuali. A nostro avviso bisogna regolarsi in base al concetto che quello che conta della vita non è la sua durata ma la sua qualità. Per cui se la ricetta sembra invitante mangiarne magari solo una forchettata ma non tentare di renderla light (la parola più brutta del mondo).
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