Più vicine al diavolo che all’acqua santa La fimmana ricca è uziosa
La piccula è vizziosa
La bbedda è vvanitosa
La bbrutta è ffastiddiosa
[La donna ricca è oziosa / La piccola è viziosa / La bella è vanitosa / La brutta è fastidiosa]
(Salento) di Alberto Sobrero
Bruno Maggio. China
Un pacchetto molto consistente di proverbi ha per oggetto le donne. Non è una scelta pugliese, né solo meridionale: la ritroviamo in tutte le culture popolari – io sospetto, di quasi tutto il mondo –, con caratteri simili.
Inutile farsi illusioni: se è vero, come è vero, che i proverbi rispecchiano fedelmente la cultura dominante e che sino ai giorni nostri la cultura dominante è stata fortemente misogina, non possiamo aspettarci, come protagonista, altro che una donna-strega, una vipera, una creatura corrotta e corruttrice, più vicina al diavolo (col quale, in molte credenze diffuse, può stipulare patti scellerati in danno dell’umanità) che all’acqua santa. L’altra faccia della medaglia, come emerge dai proverbi, è meno diabolica ma non migliore: la donna è un essere inferiore, meno dotato dell’uomo, destinato all’obbedienza come un cane, o un cavallo, e come un cane o un cavallo da sorvegliare e – se sgarra anche di poco – da colpire con punizioni esemplari.
Per non impressionare troppo il lettore presento oggi un proverbio, a modo suo, mite, quasi gentile, nei confronti delle donne. Naturalmente si tratta di una lista di difetti: la donna ricca non fa mai niente (sottinteso: il dovere della donna è comunque, e sempre, quello di faticare da mattino a sera), la donna piccola è piena di vizi (sottinteso: deve essere sempre un modello di virtù), la donna bella è, of course, vanitosa (sottinteso: deve guardarsi bene dall’esporre la sua bellezza a persone diverse dal marito), e la brutta è (per ragioni di rima?) fastidiosa.
Non è una tiritera improvvisata: ha alle spalle salde teorie misogine, di tradizione secolare, anzi millenaria, sia laica che religiosa. Basta osservare i difetti imputati alle donne: attingono all’elenco dei sette peccati capitali, di lunga tradizione cattolica. Nelle vulgata si chiamano anche “i sette vizi capitali”: e dunque nel nostro proverbio l’espressione donna viziosa designa un concentrato di tutte le possibili caratteristiche negative dell’essere umano.
Ma la donna può anche essere oziosa: e l’ozio è sinonimo di accidia, uno dei sette peccati capitali.
Può essere vanitosa. Nella dottrina cristiana la vanità è citata come esempio di superbia, che è il più grave dei peccati, in quanto si associa al diavolo in prima persona. Sulla differenza fra superbia e vanità si è esercitata a lungo non solo la religione ma anche la filosofia: secondo Schopenauer la superbia è la convinzione, già esistente, della propria superiorità in un senso o nell’altro, mentre la vanità è il desiderio di suscitare quella convinzione negli altri. Una differenza impalpabile: l’una e l’altra sono diaboliche.
L’unico aggettivo ‘naif’ che nel nostro proverbio si riferisce alla donna, è fastidiosa: più che a vizi e virtù teologali fa pensare a battibecchi fra marito e moglie intorno a povere tavole imbandite, a brontolii muliebri fieramente ignorati: la donna “fastidiosa” non ha vizi capitali ma è irritante, importuna, molesta, seccante. È una piantagrane. Un caratteraccio, insomma.
In questo proverbio c’è il malumore occasionale di rapporti difficili o l’eterna incomprensione fra i due generi, ma c’è soprattutto il radicamento profondo della misoginia nelle culture, nelle filosofie e soprattutto nelle religioni che nei secoli le hanno nutrite.
Si percepisce a naso, in questo e in tanti altri proverbi, la millenaria diffidenza, se non l’astio, del cristianesimo e delle altre religioni monoteiste nei confronti di tutte le donne: sono la porta del diavolo, un tempio costruito su una cloaca (Tertulliano); “l’uomo è immagine e gloria di Dio, la donna invece è gloria dell’uomo” (San Paolo); “la donna non è fatta a immagine e somiglianza di Dio. È nell’ordine della natura che l’uomo domini sulla donna” (Sant’Agostino). E così via.
Con questa storia alle spalle, dire che una donna è viziosa, oziosa, vanitosa, fastidiosa è quasi una gentilezza. E, come vedremo, di gentilezze nei confronti delle donne i proverbi non abbondano. Tutt’altro.