Tricase (Lecce). La vallone dei cento
cavalieri, così chiamata perché sotto
la sua chioma potrebbero trovare riparo
cento uomini a cavallo.
Foto Archivio Fotogramma
Quercus ithaburensis subspecie macrolepis è il nome scientifico della più importante specie arborea della Puglia; per l’imponenza dei suoi esemplari più vetusti ma, soprattutto, per la sua unicità di distribuzione nell’Europa occidentale. Il territorio di Tricase, nel Parco naturale regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, rappresenta l’avamposto più occidentale per questa specie; una propaggine estrema della sua diffusione tutta orientale.
La chioma dell’albero è di forma globosa ed espansa con le foglie che cadono e non cadono restando a lungo secche sull’albero in attesa dei venti e dei freddi più tardivi per cadere del tutto. I frutti sono delle ghiande racchiuse in cupole di 2-3 cm, coperte da appendici squamiformi; sono le ghiande più grosse del genere Quercus. La specie, presente nelle foreste mediterranee dell’area balcanica, dove forma estesi popolamenti, si trova in Italia solo nel Salento. Rara e protetta viene quindi tenuta nella Lista Rossa Regionale, ma il suo indigenato nell’area di Tricase è stato spesso oggetto di discussione; alcuni autori la ritengono importata per la concia delle pelli, altri invece ne sostengono la sua origine autoctona. L’importanza della specie è, quindi, anche legata al passato utilizzo dei tannini, contenuti nelle cupole, per l’industria delle pelli. La cosiddetta “Arte del pelacane” era una vera industria conciaria un tempo in auge nel comune di Tricase.
Nativa o no, i suoi esemplari più vecchi sono datati oltre 400 anni di età e il paesaggio arboreo che questa quercia costruisce nel territorio costiero e rurale è di grande suggestione.
La sua siluette è un’icona arborea in un Parco più ricco di coste rocciose e prati sub steppici, avari d’ombra e dolci tremolii di foglie come quelle della grande quercia vallonea.