Parco naturale regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”. La grotta grande del Ciolo. Foto di Francesco Minonne
La conservazione della biodiversità è materia estremamente complessa, sulla quale sono impegnati studiosi di diverse discipline, e che contribuisce alla salvaguardia delle condizioni stesse di esistenza del nostro pianeta.
Un progetto del Parco naturale regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” rientra tra le attività che prendono avvio da un protocollo internazionale che ha dichiarato il 2010 “anno della biodiversità”, ovvero quello da cui iniziare per invertire la tendenza alla perdita di biodiversità a livello mondiale.
Così, proprio dal 2010, la bellezza monumentale delle querce vallonee di Tricase si sposa al fascino tenebroso dei pipistrelli delle grotte del Parco. Il programma di Tutela della biodiversità in corso, finanziato dalla Regione Puglia, è finalizzato infatti alla salvaguarda delle specie e degli habitat soggetti a minacce e ad alcune criticità ecologiche di ogni specifica area.
Il Parco “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase” ha un’incredibile densità di grotte costiere; alcune di queste rappresentano rifugi ideali per i pipistrelli e per altre specie faunistiche troglobie. I pipistrelli, però, sono sempre più minacciati da pressioni diverse, come l’uso dei pesticidi o il disturbo antropico-turistico di alcune grotte; nell’area protetta, inoltre, i nuclei di quercia vallonea presenti rappresentano una vera unicità non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa occidentale.
Nella ricerca associata al progetto sono state segnalate specie di chirotteri come Rhinolophus ferrumequinum, nella sorgente di Carlo Magno e nella grotta grande del Ciolo, Miniopterus myotis e Rinolophus euryale, nella grotta Zinzulusa, Miniopterus schreibersi, nella grotta della Monaca, con una delle colonie più grandi della Puglia. Lo studio ha permesso l’individuazione e la mappatura di tutte le grotte abitate da colonie di pipistrelli e quindi da sottoporre a particolare tutela e continui monitoraggi scientifici.
I pipistrelli sono ottimi indicatori dello stato di salute di un ecosistema, sentinelle sensibili anche per la nostra salute. Questi piccoli mammiferi, infatti, si nutrono d’insetti dannosi all’agricoltura e all’uomo; sono capaci mangiare qualche migliaio di zanzare a notte, svolgendo una funzione utile all’equilibrio ambientale ed evitando quindi l’uso indiscriminato di sostanze chimiche per la disinfestazione. Il Parco ha progettato una serie di azioni per aiutarli. Sono già stati creati, ad esempio, degli abbeveratoi faunistici: si tratta di piccoli specchi d’acqua utili a diverse specie faunistiche che d’estate trovano scarse possibilità di abbeveraggio. Negli ultimi decenni, infatti, sono scomparsi dalle campagne i vecchi piluni (depositi d’acqua piovana) e vasche di abbeveraggio per gli animali al pascolo; ciò ha ridotto notevolmente le riserve d’acqua utilizzabili dagli animali selvatici in un’area particolarmente avara di corsi d’acqua dolce.
L’estrema vulnerabilità dei pipistrelli e il delicatissimo rapporto madre-cucciolo non permettono progetti di introduzione diretta degli individui negli ambienti naturali, mentre è possibile sperimentare l’utilizzo delle bat-box: case per pipistrelli da inserire sulle abitazioni o sugli alberi in siti idonei. Il Parco ha avviato una specifica azione per la distribuzione e installazione delle bat-box con lo scopo di vedere aumentare, negli anni, i popolamenti di questi preziosi volatili della notte.
Anche le monumentali querce vallonee di Tricase sono oggetto di studio e azioni di tutela.
La mappatura delle aree più idonee per una maggiore diffusione, ma anche la valutazione dello stato di salute delle piante vetuste, sono tra i principali scopi di questa azione. Esistono, nel comune di Tricase, numerosi siti di questa importante specie arborea. Il Boschetto monumentale delle vallonee più longeve è stato chiuso al pubblico al fine di preservare, nella sua integrità, una piccolissima area boschiva che non sopporterebbe la pressione di fruitori e passaggi incontrollati. L’area più grande denominata “Unico biotopo della querce vallonee” è invece un luogo che il Parco, in accordo con il Comune di Tricase che ne detiene la proprietà, ha trasformato in importante sito di fruizione e divulgazione con l’allestimento del “Giardino delle vallonee”, in cui trovano posto percorsi naturalistici e ginnici, cartellonistica divulgativa e piccoli nuclei di rimboschimento al margine di nuclei boschivi più antichi.
Una bella sala, allestita nel Museo Naturalistico presso Acquaviva, Marittima, nel cuore del Parco, tutta dedicata alla biologia, al comportamento, alla diffusione e all’utilità dei pipistrelli, nonché alle altre bellezze naturalistiche del Parco, chiude il progetto con uno sguardo attento ai più piccoli; agli alunni e agli studenti capaci di emozionarsi e imparare il senso profondo del rispetto e della tutela del grande giacimento di biodiversità che la natura di questo territorio ancora custodisce.
DOVE: Litoranea Otranto-Leuca (LE)
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