Il paradiso salentino degli uccelli migratori Litorali sabbiosi, macchia e uliveti lo caratterizzano. Ma sono i bacini alle spalle dell’arenile a renderlo prezioso per gli uccelli migratori che viaggiano tra il Nord Europa, i Balcani e il Nord Africa di Marco Dadamo
Direttore Parco Litorale Ugento
Parco naturale Litorale di Ugento. Airone cenerino
Il parco naturale regionale Litorale di Ugento nasce il 28 maggio 2007. Si estende per circa 1600 ettari e comprende la fascia costiera tra Torre S. Giovanni e Punta del Macolone, abbracciando una delle zone più interessanti e preziose della Penisola Salentina per valore naturalistico, storico e paesaggistico. Il parco è caratterizzato da una elevata varietà di ambienti naturali. Si riconoscono, procedendo dal mare verso l’interno, la fascia dei litorali sabbiosi e rocciosi, gli ambienti retrodunali palustri e le zone boscate, la macchia mediterranea e gli uliveti secolari.
Elemento caratteristico del parco naturale regionale sono i suoi bacini, situati alle spalle dell’arenile, realizzati a partire dagli anni ’30 del secolo scorso per bonificare le estese paludi che caratterizzavano questo tratto di costa. Attualmente i bacini sono un importante sito per la sosta e la nidificazione di numerose specie di uccelli migratori e stanziali, provenienti dal Nord Africa, dai Balcani e dal Nord Europa.
Il bacino è circondato dalle “steppe salate”, habitat considerati prioritari per la conservazione dall’Unione Europea, colonizzate da specie come la salicornia e l’inula. Le sponde del bacino e gli specchi d’acqua sono colonizzati dalla cannuccia di palude e dai giunchi che fungono da rifugio per le numerose specie animali.
Oltre alle numerose colonie di gabbiani reali e cormorani è possibile osservare aironi rossi e cenerini, cannaiole o rari esemplari di fenicotteri. Nei chiari d’acqua nuotano numerose le folaghe, le gallinelle d’acqua e i germani reali, mentre nel canneto è possibile incontrare la natrice o biscia dal collare e la rara tartaruga palustre.
Lasciando i bacini alle nostre spalle per raggiungere il mare si osservano una serie di cordoni dunali. Le dune sabbiose si accumulano dando origine a veri e propri cordoni, la cui formazione è legata all’azione combinata del vento e delle maree e la cui funzione consiste nella difesa dall’erosione costiera causata dalle mareggiate e dal vento. Importantissime sono anche le specie vegetali che popolano le dune poiché trattengono e consolidano, con le loro radici, il materiale sabbioso. Procedendo dal mare verso l’entroterra il paesaggio piatto cambia radicalmente aspetto con le serre caratterizzate dalla macchia e dagli uliveti.
La vegetazione che caratterizza queste aree è la macchia mediterranea; in relazione alla composizione floristica e allo sviluppo in altezza della vegetazione si distingue in macchia alta e macchia bassa. Nella macchia alta, caratteristica del Parco di Ugento, si possono trovare il ginepro coccolone, il ginepro fenicio, il lentisco e la Phyllirea. La macchia bassa è prevalentemente composta da specie a portamento arbustivo come il mirto, il timo, il rosmarino e l’euforbia. Nella macchia si possono osservare numerosi uccelli come l’upupa, i fringuelli, e il tordo bottaccio. Tra i mammiferi dall’indole schiva e di abitudini notturne si annoverano la volpe e la donnola, la faina e il tasso. Nei coltivi e nei prati che circondano le macchie non è raro incontrare il riccio, o rettili come il biacco e il colubro leopardiano, presente in Italia solo in poche località della Calabria, della Sicilia e della Basilicata.
Sulle Serre di Ugento si osservano modesti rilievi incisi dalle “gravinelle”, canaloni carsici tra loro paralleli e perpendicolari alla linea di costa. Si tratta di solchi erosivi scavati nella roccia calcarea dall’azione delle acque piovane. Le gravinelle raccolgono le acque piovane provenienti dall’entroterra, convogliandole verso valle, come dei piccoli corsi d’acqua torrentizi.
L’area circostante le gravinelle è generalmente caratterizzata da terreni rocciosi occupati da vegetazione a macchia mediterranea e da oliveti secolari. In prossimità della Gravinella, sull’ultimo gradone roccioso prospiciente la costa ionica, si trova la Specchia del Corno, grande cumulo di bianca pietra calcarea che in epoca passata fungeva da tumulo o da punto di osservazione.
DOVE: Ugento (LE)
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