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Natura e paesaggio
Punta della Contessa
Regno di piante rare e uccelli di passo
Parco naturale regionale dal 2002, gli stagni e le saline di Punta della Contessa, sebbene confinanti con massicce concentrazioni industriali, costituiscono un prezioso habitat per uccelli di passo e piante rare di Fabio Ippolito e Piero Medagli
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Parco naturale regionale “Saline di Punta della Contessa”. Foto di Fabio Ippolito

Meno famosa delle Cesine o di Torre Guaceto, la zona umida degli Stagni e Saline di Punta della Contessa è situata all’estremità sud del comune di Brindisi lungo il litorale adriatico, tra Capo di Torre Cavallo e Punta della Contessa.

L’area comprende un insieme di bacini costieri che, alimentati da canali e da sorgenti di acqua dolce provenienti dall’entroterra, risentono notevolmente della vicinanza al mare, dal quale sono separati da un’esile cordone dunale. Il sito è suddiviso in due principali aree umide: “Salina Vecchia”, la più estesa (circa 165 ettari), trasformata nel settore più a nord in un bacino di itticoltura semi-intensiva, e “Salinella”, di minore estensione, inclusa totalmente in una zona militare adibita a poligono di tiro dell’Aeronautica Militare.

In passato le Saline sono state ampiamente utilizzate per l’estrazione/produzione del sale ma, a partire dal XVIII secolo, tale attività è stata abbandonata, con la conseguente interruzione della regimazione delle acque; tutto ciò ha portato, nel tempo, alla formazione di una zona umida di elevato valore naturalistico, soprattutto per la presenza di un’abbondante e diversificata avifauna. Quest’area, infatti, si trova lungo le principali rotte degli spostamenti migratori per il passaggio degli uccelli dall’Europa all’Africa e viceversa, e di conseguenza essa rappresenta oggi un’importante area di sosta, svernamento e di nidificazione per molte specie, tra cui alcune rare.

Da un punto di vista conservazionistico, l’area era stata già riconosciuta come oasi faunistica e sottoposta a vincolo sia idrogeologico che di salvaguardia ambientale. È stata successivamente proposta, oltre che come SIC (Sito di interesse comunitario) ai sensi della Direttiva “Habitat”, come Zona di protezione speciale (ZPS) secondo la Direttiva “Uccelli”. Nel 2002 è avvenuta la sua definitiva trasformazione in Parco naturale regionale, con la denominazione di “Salina di Punta della Contessa”.

Il parco è suddiviso tra un’area ad elevato valore naturalistico e paesaggistico, ed una buffer zone, che presenta un maggior grado di antropizzazione e ha un’estensione complessiva di circa 1.600 ettari, di cui poco più di 200 sono rappresentati dall’area SIC, mentre la restante parte è occupata da terreni agricoli, principalmente seminativi e carciofeti; poco diffusi sono gli oliveti.

In quanto confinante a nord con il polo chimico di Brindisi e a sud con la centrale ENEL di Brindisi Sud, l’area è inserita tra quelle “a rischio ambientale”.

La flora del parco si presenta piuttosto omogenea ma comprende specie di grande interesse. Tra gli habitat prioritari possiamo annoverare le lagune costiere e gli stagni temporanei mediterranei. All’interno dei bacini è presente una vegetazione sommersa costituita prevalentemente da Ruppia cirrhosa (Petagna) Grande.

I bacini sono separati dal mare da un’esile cordone dunale, caratterizzato da specie psammofile quali: Agropyron junceum, Cakile maritima, Calystegia soldanella, Echinophora spinosa, Euphorbia peplis, Matthiola incana, Medicago marina. Nella zona sud del sito le dune diventano più alte e ospitano una vegetazione caratterizzata dalla presenza di Ammophila littoralis.

L’area SIC è occupata quasi esclusivamente da vegetazione alo-igrofila: ampie superfici intorno ai bacini sono popolate dalla cannuccia di palude (Phragmites australis), mentre nella restante zona paludosa troviamo le cosiddette steppe salate e i salicornieti.

L’area retrodunale è dominata dalla presenza di Spartina juncea e Juncus maritimus, mentre il territorio circostante i bacini comprende specie vegetali di ambienti umidi, quali: Bolboschoenus maritimus, Halimione portucolacoides, Juncus acutus.

Tra le più specie più diffuse nei salicornieti: Artrhocnemum macrostachyum, Limonium bellidifolium, Limonium serotinum, Limonium virgatum.

Sono presenti inoltre specie e habitat di rilevante interesse conservazionistico. Nella zona nord si può trovare la Bassia hirsuta, che appartiene ad entrambe le liste rosse (nazionale e regionale – vedi box). Altre specie interessanti del parco sono Cressa cretica e Juncus litoralis (minacciate), Erica manipuliflora, Limonium bellidifolium e Sarcocornia perennis (vulnerabili).

La vera risorsa naturale del parco è tuttavia l’avifauna. Sono presenti, in differenti periodi dell’anno, ma prevalentemente durante i periodi del passo e di svernamento, tutte le anatre di superficie (codoni, volpoche, germani reali, alzavole, marzaiole, mestoloni) e gli acquatici di fondo (folaghe, moriglioni, svassi e tuffetti); trampolieri vistosi, come le spatole, gli aironi (bianchi, cenerini, garzette e guardabuoi); uccelli marini (beccacce di mare, fratini, piovanelli, gabbiani reali, comuni e corallini, cormorani); limicoli (chiurli, totano moro, pettegola, voltapietre, combattenti, pavoncelle) e, nelle zone più interne, fagiani, rapaci (gheppi, falchi di palude, poiane) e numerosi passeriformi di zone aperte quali allodole, strillozzi, stiaccini, usignoli di fiume, cappellacce, fringillidi vari, ballerine bianche, becca moschini, storne e culbianchi.

Il Comune di Brindisi, ente gestore dell’area, ha negli anni scorsi allestito dei percorsi e dei capanni di osservazione con l’ausilio di alcuni finanziamenti europei.

DOVE: Saline di Punta Contessa (BR)

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