Pettirosso (Erithacus rubecula). Foto di Giuseppe La Gioia
Il pettirosso (Erithacus rubecula) è uno dei più conosciuti uccelli europei: la sua ampia distribuzione (geografica ed ecologica), la sua elevata abbondanza e la sua straordinaria confidenza sono le principali caratteristiche che ne fanno un uccello noto a tutti.
La macchia rossa che ricopre completamente il petto è una peculiarità di questa specie, anche se compare solo dopo i primi mesi di vita: il giovane presenta una macchiettatura scura su fondo bianco. La leggenda narra che il suo aspetto derivi da uno schizzo di sangue sgorgato da una ferita di Gesù Cristo, quando l’uccello gli tolse una spina della corona infilzata nella carne per alleviarne le sofferenze.
Il pettirosso nidifica nella tarda primavera-estate nei boschi più umidi e freschi delle aree collinari e montuose della Puglia, ma dalla metà di settembre, e soprattutto in ottobre, ogni angolo della regione è invaso da esemplari in migrazione, alcuni dei quali si fermano nella nostra regione mentre altri proseguono più a sud, fino alle coste mediterranee dell’Africa. Gli esemplari in migrazione provengono da un’ampia area che si estende dall’Europa centro-settentrionale a quella orientale, fino alla Russia; ritorneranno verso nord dalla metà di febbraio e per tutto il mese di marzo e i primi di aprile.
Nell’area del Bosco delle Pianelle il pettirosso trova il suo ambiente ideale nelle rigogliose formazioni boschive ed arbustive, dove riposa, dorme e nidifica nella generosa macchia mediterranea, ricca di succulente bacche eduli, e negli annosi oliveti carichi di olive, ambienti quest’ultimi dov’è più facile vederlo in attività di foraggiamento e di difesa del territorio dai conspecifici nei mesi autunno-invernali.