Acque di cristallo, fondali preziosi e spiagge da sogno Sono preservate grazie all’AMP, l’Area Marina Protetta.
Oltre al mare strepitoso, un minuscolo ma importante museo di biologia marina dedicato al grande studioso, Pietro Parenzan, e pescherie, ristoranti di pesce, pesca-turismo… di Ferdinando Boero
Porto Cesareo (Lecce). La località è
celebre per il suo mare cristallino,
dalle incredibili sfumature di azzurro
e quasi sempre calmo.
Foto Archivio Fotogramma
In Italia, le Aree Marine Protette (AMP) sono l’equivalente dei Parchi Nazionali terrestri: identificano aree di grande valore naturalistico e le dichiarano meritevoli di protezione da parte dello stato italiano. Sono i nostri gioielli della natura. La protezione limita le attività distruttive, riducendo l’usuale scempio della natura da decenni in atto nel nostro paese. Le limitazioni riducono un certo tipo di introiti per le popolazioni locali ma, in compenso, mettono su un piedistallo l’area prescelta, fornendole un’altissima visibilità. I parchi nazionali sono occasioni di sviluppo, ma non di crescita incontrollata. La qualità della vita può migliorare anche senza intaccare il patromonio naturale, anzi deve restaurarlo!
Tanti, tanti anni fa, nel mare di Porto Cesareo (e Nardò), Pietro Parenzan, un pioniere della biologia marina in Puglia, trovò una grandissima concentrazione di diversi habitat marini, con la presenza di popolazioni di specie che, altrove, sono assenti o rare. Fu talmente colpito da quella ricchezza che, nel 1966, decise di fondare un Museo di Biologia Marina proprio a Porto Cesareo. Il museo, nel 1977, fu donato all’Università del Salento e, in anni recenti, è stato dedicato al suo fondatore, diventando il Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan. Parenzan era davvero un pioniere, e fece la mappa del tesoro di Porto Cesareo: realizzò, infatti, la mappa della distribuzione delle varie tipologie di fondale presenti in quell’area. Ci sono formazioni coralligene, praterie di Posidonia oceanica, grotte, insenature con spugne gigantesche (ora purtroppo scomparse) dove vanno a concentrarsi gli avannotti dei pesci, sabbie dove razzolano le triglie più buone del mondo, risorgive di acqua dolce, e tanto, tanto altro ancora.
Per anni Porto Cesareo è stata l’emblema dell’abusivismo edilizio, con la costruzione di migliaia di case abusive su dune meravigliose. I suoi fondali rocciosi sono stati devastati dalla pesca dei datteri di mare. L’altra faccia della medaglia, però, erano e sono i pesci, e i ristoranti. La via delle pescherie di Porto Cesareo è un’esperienza che vale il viaggio, assieme alla visita al Museo di Parenzan, e poi a uno dei tanti ristoranti di pesce che animano il villaggio. E ora c’è l’AMP che, con la sua sola presenza, ha fatto sorgere molte iniziative per accompagnare i visitatori, con imbarcazioni da diporto, con servizi di guida per i subacquei, e le gite di pescaturismo. I pescatori, spesso, entrano in concorrenza tra loro e gareggiano a chi cattura prima i pesci, depauperandone le popolazioni e diminuendo, quindi, la resa della pesca. La natura deve riposare. Ma i pescatori devono vivere. Bisogna trovare un compromesso. A Porto Cesareo si chiama pescaturismo. I turisti salgono a bordo dei pescherecci e vanno a pescare con i pescatori. La giornata non è così intensa come nei giorni di piena attività. Si pesca quel tanto che basta per un pranzo a base di pesce appena pescato. Il marchio dell’AMP garantisce il rispetto delle regole, la qualità delle attività. L’AMP è diretta da un giovane biologo, il dr. Paolo D’Ambrosio. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università del Salento, proprio per studiare la biologia e l’ecologia di quello che ora è il “suo” parco. Con lui ci sono altri laureati dell’Università del Salento, come Luciana Muscogiuri e Sergio Fai. Sono loro che lavorano con i bambini che arrivano in visita, e sono loro che vigilano perché le regole vengano rispettate. La collaborazione col Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan, curato dalla dr. Anna Maria Miglietta, con l’aiuto del dr. Marcello Posi, fa da cassa di risonanza alla fruizione dell’Area Marina Protetta, l’unica in Italia ad avere un museo universitario nel suo territorio. L’AMP di Porto Cesareo (e Nardò) sta riscattando questo territorio da una lunga storia di abusi edilizi, di pesca incontrollata, di saccheggio dissennato dell’ambiente. La reputazione è quello che gli altri dicono di noi e la reputazione di Porto Cesareo è in continuo miglioramento, la popolazione oramai ha capito che l’AMP è il marchio di qualità che attira il turismo di livello superiore. La riqualificazione è in corso e la carta vincente è il rispetto dell’ambiente, la bontà dell’offerta gastronomica, la bellezza delle spiagge e degli ambienti sottomarini.
DOVE: Porto Cesareo (LE)
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