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- FEBBRAIO 2018 -
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Natura e paesaggio
Parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio Poco distante da Lecce, sul litorale adriatico, un ambiente quasi unico nel Meridione d’Italia, con macchia-boscaglia e una laguna con polle sorgive, canali e dune costiere.
Innumerevoli e preziose le specie botaniche
di Vittorio De Vitis
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Parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio. Foto di Vittorio De Vitis

      Il parco regionale Bosco e paludi di Rauccio è testimonianza di un’antichissima e immensa selva medievale, la cosiddetta “Foresta di Lecce”, che si estendeva da Otranto a Brindisi e che è riuscita miracolosamente a sopravvivere grazie all’impegno di enti e individui e soprattutto grazie ai ragazzi di numerose scuole che vi si recano per conoscerlo, studiarlo e vivere emozioni profonde a contatto con la natura.

      Situato lungo la costa adriatica salentina, a nord di Lecce, da cui dista circa 13 km, in un’area compresa tra le torri costiere “Rinalda” e “Chianca”, Rauccio racchiude veri e propri tesori botanici ed è un ambiente quasi unico in Puglia e nel Meridione d’Italia. Caratterizzato dalla presenza di numerosi habitat prioritari e Siti di Importanza Comunitaria (SIC), è diventato, dal 2002, parco regionale, dopo una lunga mobilitazione e notevole impegno di oltre vent’anni da parte del WWF salentino.

      Uno degli elementi caratterizzanti del parco è l’omonimo piccolo bosco di Rauccio (circa 18 ettari) che costituisce l’esempio più significativo della suddetta “Foresta di Lecce”. Il bosco è una formazione sempreverde definita “macchia-boscaglia”, dominata dal leccio (Quercus ilex L.), con un intricato sottobosco a macchia mediterranea con alaterno (Rhamnus alaternus L.), lentisco (Pistacia lentiscus L.), ilatro comune (Phillyrea latifolia L.), ligustro (Ligustrum vulgare L.), mirto (Myrtus communis L.), caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa Aiton), tamaro (Tamus communis L.), ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium Aiton), rosa di S. Giovanni (Rosa semprevirens L.), pungitopo (Ruscus aculeatus L.), e radure a gariga (costituita da piccoli arbusti sempreverdi) con santoreggia pugliese (Satureja cuneifolia Ten.), timo arbustivo (Thymus capitatus (L.) Hoffmgg. et Link), eliantemo jonico (Helianthenum jonium Lacaita), ecc.

      Relativamente ricca e varia è l’avifauna, con la cinciallegra (Parus major), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), l’usignolo di fiume (Cettia cetti), il rigogolo (Oriolus oriolus) ed altri passeriformi che trovano rifugio nel fitto fogliame degli alberi.

      Il parco è separato dal mare da un articolato sistema di dune costiere, che rappresenta il più fragile degli ecosistemi dell’intera area naturale per la presenza di un vicino tessuto urbano di origine abusiva. Molto particolare è il tratto in cui la laguna costiera dell’Idume riversa le sue acque nel mare, attraversando le dune e la spiaggia. La morfologia della sua foce costituisce una particolarità paesaggistica quasi unica in tutto il Salento: la laguna è alimentata da un complesso bacino idrografico, formato da polle sorgive e canali artificiali di acqua dolce (“Gelsi”, “Rauccio”, “Fetida”).

      Più indietro si trova la grande distesa palustre “Specchia di Milogna”, ricca di canneti e giuncheti e punteggiata da piccole sorgenti e dagli “ajsi” (cavità carsiche naturali dall’aspetto di piccole pozze di acqua dolce e fredda originate dalla falda superficiale). Particolarmente diffusa la cannuccia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin. ex Steud.); specie frequenti e tipiche sono anche il falasco (Cladium mariscus Pohl), la tifa (Tipha angustifolia L.), lo scirpo (Schoenoplectus lacustris L. Palla, 1888) e il giunco pungente (Juncus acutus L.).

      Nel parco si ritrovano i tipici elementi del paesaggio rurale dell’area mediterranea. Accanto ai muretti a secco e alle costruzioni in pietra informe (es.: “pagghiare”, piccole “specchie”, “furnieddhri”) troviamo tutta una serie di complessi masserizi fortificati, spesso provvisti di frantoi ipogei, tutti databili tra il XVI e il XVIII sec. (masserie “Paladini Piccoli”, “Giampaolo”, “Monacelli” oltre l’omonima “Rauccio). La vicinanza con la splendida Abbazia romanica di Cerrate (XII sec.), adibita anche a Museo delle Tradizioni Popolari, contribuisce ad elevare notevolmente il valore di tutta l’area.

      Altro elemento che distingue il paesaggio rurale del parco è la presenza di alberature di cipresso comune (Cupressus sempervirens L. var. horizontalis) lungo alcune strade poderali. La messa a dimora di questa specie, risalente al dopoguerra, doveva tra l’altro assolvere ad una funzione frangivento, a protezione delle colture.

      Chiudono il quadro di questo tipico paesaggio mediterraneo le grandi distese di olivi che giungono fino a ridosso del bosco e delle zone umide.

      Il parco, nel suo complesso, è oggi una preziosa risorsa in cui si coniugano salvaguardia, valorizzazione e sviluppo socio-economico e culturale del Salento.

DOVE: Parco Naturale Regionale Palude e Bosco di Rauccio (LE)

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