Tra piante e animali rari
all’ombra della faggeta È la più ampia foresta del Parco Nazionale del Gargano. Faggi secolari, querce, carpini, cerri, alcuni dei tassi più vecchi d’Italia e un sottobosco ricchissimo. E tra gli animali il capriolo, il gatto selvatico e il rarissimo picchio dorso bianco di Piero Medagli
Una maestosa vista panoramica della Foresta Umbra. Foto di Giovanni Miali (Da: Terra di luce - Luoghi e paesaggi di una Puglia da vivere, di Giovanni Miali, GELSOROSSO)
Il Parco Nazionale del Gargano, istituito nel 1995, si estende per circa 120.000 ettari e svolge l’importante funzione di tutela di quella che felicemente è stata definita “l’isola biologica”. Infatti, pur non essendo il Gargano una vera e propria isola, risulta circondato quasi completamente dal mare ed è collegato al resto della penisola dal Tavoliere, area ad elevato sviluppo agricolo, che costituisce una barriera insormontabile per gran parte delle specie animali e vegetali. Per questo motivo l’antico isolamento del Promontorio ha prodotto, per deriva genetica, una serie di effetti sulla flora e la fauna garganiche. Oltre alla presenza di endemismi vegetali, ovvero di specie originatesi in loco per problemi di isolamento riproduttivo, si osserva la presenza di specie relitte, cioè di specie arcaiche altrove scomparse o sopravvissute soltanto in piccole aree. L’isolamento ha prodotto anche, in alcuni esemplari vegetali, fenomeni di gigantismo o nanismo.
La peculiarità geografica del Parco è quella di comprendere al suo interno, nell’arco di brevi distanze, tanto aree costiere sabbiose e rocciose, con lagune salmastre, che imponenti formazioni forestali ed ambienti montani. Il Parco si estende su gran parte della fascia costiera del Promontorio garganico e nella sua parte sommitale; include gran parte della Laguna di Lesina e tutta quella di Varano, le zone umide a sud di Manfredonia (paludi di Frattarolo e Daunia Risi), la Riserva marina dell’Arcipelago delle Isole Tremiti (San Domino, San Nicola, Capraia e Pianosa) e otto riserve gestite dal Corpo Forestale dello Stato. Di esse (Sfilzi, Falascone, Isola Varano, Monte Barone, Bosco di Ischitella, Lago di Lesina, Palude di Frattarolo e Foresta Umbra) l’ultima è la più ampia foresta del Gargano e occupa gran parte della porzione nord-orientale del Promontorio. Le quote più alte giungono a 830 metri circa (Monte Iacotenente), scendendo intorno ai 200 metri nella zona di Caritate.
L’aspetto più tipico della Foresta Umbra è costituito dalla faggeta, cioè da un complesso forestale nel quale il faggio (Fagus sylvatica) rappresenta la specie prevalente. La faggeta si estende per circa 3.200 ettari e la sua sorprendente peculiarità è quella di trovarsi a quote molto basse rispetto alle faggete presenti sull’Appennino a causa della “oceanicità” del clima, cioè per l’elevata presenza di piogge e umidità favorite dalla particolare posizione geografica del Promontorio, che si protende nel Mare Adriatico. A tal proposito il forestale Alberto Hofmann definì la faggeta del Gargano “faggeta depressa” per il suo atipico, basso livello altitudinale. Ma proprio la bassa quota ha qui consentito la penetrazione di molte specie arboree ed arbustive. Così è possibile osservare tratti di faggeta mista a querce, principalmente cerro (Quercus cerris) e farnetto (Quercus frainetto) o ad altre latifoglie come tigli, aceri, olmi, carpini. A tratti il carpino bianco diventa dominante fino a formare popolamenti quasi puri. Fra le specie tipiche del sottobosco spiccano la berretta da prete (Euonymus europaeus), il ben noto agrifoglio dalle caratteristiche infruttescenze rosse e dalle foglie a margini spinescenti, molto raro in Puglia, la dafne (Daphne laureola), il sambuco (Sambucus nigra). Nel sottobosco umido ed ombroso sono diffuse diverse felci come l’asplenio (Asplenium trichomanes), la scolopendria comune (Phyllitis scolopendrium), la felce maschio (Dryopteris filix-mas). Nelle radure sono presenti esemplari di belladonna (Atropa belladonna), specie molto utilizzata in medicina. Comuni sono anche l’aglio orsino (Allium ursinum) e la primula (Primula acaulis). Ben note sono infine le fragoline selvatiche (Fragaria vesca) che si trovano in primavera nelle radure e i fiori della primula comune (Primula vulgaris). Nella faggeta sono presenti numerosi esemplari arborei di faggio di dimensioni eccezionali, come quelli secolari in località Fontana Sfilzi, Valle del Tesoro e Sorgentola, che si ergono imponenti a formare le colonne di un fitto intreccio di chiome che, come un soffitto, ostacolano la penetrazione al suolo della luce solare. Proprio la fitta vegetazione che caratterizza questa foresta le ha valso il nome di “Umbra”, cioè ombrosa. Anche il tasso (Taxus baccata), conosciuto anche come “albero della morte”, è presente a Sfilzi con esemplari monumentali di età millenaria, tra i più vecchi d’Italia. Il nome è legato alla tossicità del seme, mentre l’involucro rosso che lo avvolge, detto “arillo”, è dolciastro e atossico. La faggeta si trasforma, più o meno bruscamente, in boschi di querce con prevalenza di cerro (Quercus cerris) ed è proprio la cerreta la formazione boschiva più estesa dell’intero Gargano. Dal suo legno, per decenni, si sono ricavate le traversine ferroviarie per le ferrovie pugliesi. Fanno parte della Foresta Umbra anche alcuni castagneti di origine antropica.
Per quanto riguarda la fauna un cenno particolare merita il capriolo. La popolazione garganica di questo raro cervide è costituita da 50-60 individui. Gargano, Tenuta di Castelporziano (vicino Roma) e Monti dell’Orsomarso (Calabria) costituiscono le ultime località in cui è presente questo erbivoro, in forte declino per via della riduzione delle aree naturali adatte alla sua sopravvivenza. Miglior sorte è toccata al gatto selvatico (Felix sylvestris), ottimo arrampicatore che ama rifugiarsi nei tronchi cavi, presente nella Foresta Umbra con circa 7-800 individui. Aree di foresta matura, con alberi molto vecchi, consentono la presenza di ben cinque specie di picchi, fra le quali il raro picchio dorso bianco (Picoides leucotus), inserito nella Lista Rossa degli Uccelli d’Italia. Si tratta del picchio più raro presente in Italia, con solo poche centinaia di esemplari.
Una foresta, dunque, che è un autentico scrigno di biodiversità, meta imperdibile per studiosi e amanti della natura.
DOVE: Foresta Umbra - Parco Nazionale del Gargano (FG)
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