La periploca maggiore in fioritura. Foto gentilmente concessa da Piero Medagli
La periploca maggiore (Periploca graeca L.) è una liana che si avvolge attorno ai tronchi delle specie arboree dei boschi umidi litorali. La pianta è ricca di un lattice velenoso anticamente usato come topicida. Il fusto presenta alla base pochi rami e foglie, si avvolge alla pianta ospite e salendo raggiunge zone più luminose dove si ramifica e si arricchisce di foglie di forma ovale (ovate) con base arrotondata e punta a forma di lancia (lanceolata), superiormente lucide. I rami più elevati o più esterni, cioè quelli che sono in piena luce, formano all’ascella delle foglie gruppi (corimbi) di 5-6 fiori con un peduncolo di 2-3 cm.
Ogni fiore ha cinque petali saldati alla base a formare un breve tubo (corolla gamopetala), con una piccola squama biancastra e priva di peli alla base del lembo (fauce della corolla), mentre i lembi (parte libera della corolla) sono pelosi, porporini sopra, verdognoli sotto. Ogni fiore forma un frutto costituito da due follicoli appuntiti contenenti numerosi semi con un ciuffo apicale di peli utili alla dispersione ad opera del vento. La specie è diffusa principalmente nella regione mediterranea orientale e nell’Africa settentrionale. In Italia è molto rara e attualmente si trova solamente in poche località lungo il litorale ligure e toscano, e in Salento nel tratto di costa adriatica tra Brindisi e Otranto. La stazione delle Cesine è una delle quattro stazioni del litorale salentino che da Nord a Sud sono il bosco di Rauccio, le Cesine, la palude dei Tamari e i Laghi Alimini.
Alle Cesine la specie è localizzata nelle aree presso gli specchi d’acqua dove la macchia mediterranea sta spontaneamente sostituendo la pineta. La stazione era stata compromessa da un incendio ma è stato possibile reintegrarla rafforzando il popolamento con l’introduzione di esemplari ottenuti da semi prelevati nello stesso sito dall’Orto Botanico dell’Università del Salento.