Tra natura e storia È un vasto territorio in cui predominano le steppe, ricco di splendida flora e fauna.
Milioni di pecore transitavano lungo i suoi “tratturi” e, molti millenni prima, si aggiravano nell’area almeno cinque specie di dinosauri.
Dalle tracce di Medio Evo alle testimonianze della dinastia Aragonese fino ai ricchi, piccoli centri abitati che sorgono oggi nelle sue adiacenze di Fabio Modesti
Direttore Parco Alta Murgia
Parco nazionale dell'Alta Murgia. I boschi di roverella (Quercus pubescens) contornano Lama Reale, il più grande solco erosivo (lama) del Parco. Foto gentilmente concessa dall'Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Il parco nazionale dell’Alta Murgia è un vero e proprio hotspot di biodiversità animale e vegetale, con un numero impressionante di specie selvatiche; l’avifauna è caratterizzata da circa 75 specie, che rappresentano poco meno della metà delle specie nidificanti in Puglia; le specie vegetali sono circa 1.500, pari al 25% dell’intera flora d’Italia. È un territorio poco conosciuto, anche se facilmente penetrabile e visitabile, che conserva il fascino di un ambiente predesertico, accanto alla poesia dei paesaggi ondulati, al sublime infinito degli spazi dell’altopiano, alle tracce dei grandi imperatori medievali (Castel del Monte e i resti del Castello del Garagnone).
È il più vasto territorio steppico dell’Europa occidentale, caratterizzato dalla presenza di specie vegetali endemiche come la Stipa austroitalica (chiamato “Lino delle fate”) che creano, nel periodo primaverile, un bianco mare movimentato dal vento. Antico regno di pastorizia (oggi in grande difficoltà economica), il Parco dell’Alta Murgia conserva le testimonianze di una civiltà straordinaria che ha avuto il suo apice poco prima della scoperta dell’America, con l’istituzione da parte della dinastia Aragonese della Regia Dogana della Mena delle Pecore: un formidabile strumento di pressione fiscale che ha potuto alimentare l’avida struttura regia (i pascoli erano proprietà regie e per pascolare si pagava la “fida”), e poteva contare su un massiccio numero di greggi che d’inverno scendevano verso i pascoli naturali dell’Alta Murgia per andare poi, a maggio, verso i pascoli alti delle montagne abruzzesi: milioni e milioni di pecore che transitavano lungo i “tratturi”, vere e proprie autostrade armentizie. Larghi fino a 116 metri, i Tratturi Reali Melfi-Castellaneta e Barletta-Grumo, affiancati rispettivamente dalle vie consolari romane Appia e Traiana, costeggiano a Est e a Ovest l’altopiano del parco nazionale dell’Alta Murgia. Jazzi, masserie da campo, riposi e muri con pietra a secco che delimitano i “parchi” assegnati per il pascolo delle greggi, costellano il territorio dell’area protetta. Oggi molte di queste strutture sono abbandonate in attesa di investimenti pubblici e privati per il loro recupero, così come per quello delle numerose antiche raccolte d’acqua (piscine, votàni, “laghi”) e di neviere.
Il territorio carsico del parco nazionale dell’Alta Murgia ha stimolato nel corso dei millenni l’inventiva dei suoi abitanti, per approvvigionarsi dell’elemento più importante per gli esseri viventi: l’acqua, che, infiltrandosi nelle fessure delle rocce calcaree ed erodendole essa stessa, è presente nel sottosuolo del Parco a profondità che oscillano tra i seicento e i mille metri di profondità.
Nel 1999 il Parco è balzato all’attenzione internazionale per una straordinaria scoperta fatta nel territorio di Altamura. In una cava situata in località Pontrelli, un’area di circa 15.000 metri quadrati, sono state rinvenute orme di dinosauri, appartenenti ad almeno cinque diverse specie, sia erbivori che carnivori, fossilizzate nel calcare e tutte in un discreto stato di conservazione. Ne sono state rinvenute circa 30.000. Quest’incredibile concentrazione di tracce lo rendono uno dei giacimenti più ricchi al mondo.
Compito del Parco è principalmente quello di conservare le risorse naturali e i paesaggi di questo splendido altopiano della Puglia centrale; un compito non semplice anche perché, attorno ai suoi rilievi calcarei e quasi deserti, si sono sviluppati tredici centri abitati con una popolazione che sfiora i 500.000 abitanti: città storicamente molto importanti, con un reddito molto vicino a quello di capoluoghi del Nord-Est italiano e attività industriali, artigianali e di commercializzazione dei prodotti agricoli (il distretto del salotto, i mulini di Altamura e Corato). L’Ente Parco sta a questo proposito sviluppando importanti iniziative con le aziende agro-zootecniche presenti nell’area protetta, che vanno dagli accordi per la gestione del territorio, con impegni finanziari per la sostenibilità delle pratiche agricole, alla collaborazione con i comuni del Parco per il recupero di alcune porzioni di territorio di proprietà pubblica, e con le attività extralberghiere (agriturismi e B&B), per lo sviluppo di collegamenti internet a “banda larga” e telefonici satellitari necessari in un territorio difficilmente raggiungibile dai cavi dei gestori telefonici, alla predisposizione di “pacchetti vacanza” negli splendidi scenari del Parco.
In definitiva il parco nazionale dell’Alta Murgia è uno scrigno che si apre a chi lo vuol conoscere e visitare, per vivere i paesaggi, gli odori, i colori, la cucina e i prodotti di uno degli altipiani più belli d’Europa.
DOVE: Parco nazionale dell'Alta Murgia
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