Natura e cultura tra mare e terra La riserva naturale e zona umida di interesse internazionale si sviluppa intorno ad un’antica torre fortificata, a pochi chilometri da Brindisi. Flora e fauna di grande interesse ma anche attività ecosostenibili di Fabio Ippolito
Torre Guaceto. Foto Archivio Fotogramma
“Gawsit” in arabo sta per “luogo di acqua dolce” e il toponimo “Gaucito” viene riportato in una mappa araba del XIII secolo, dal momento che già a partire dagli ultimi secoli prima dell’anno Mille questa piccola rada a nord di Brindisi, caratterizzata da una fascia di terreni impaludati solcati da un piccolo corso naturale di acqua sorgiva, costituiva per i Saraceni una base per le scorrerie per mare e per terra e per i loro commerci di vino ed olio. Fu proprio per questo motivo, per contrastare gli sbarchi dei pirati, che Carlo d’Angiò, attorno al 1300, provvide a costruire in questo sito il primo insediamento fortificato, che sotto gli Aragonesi, due secoli dopo, sarebbe divenuto la più grande fra le torri costiere del Regno in Terra d’Otranto. Sulla carta geografica del 1948 dell’Istituto Geografico Militare, una stradina campestre la collega alla Punta Penna Grossa, e un reticolo di solchi acquitrinosi la distanzia e la pone a presidio di un entroterra fatto di masserie, macchie e boschi di olivo.
Il fascino di questo luogo è ancora oggi irresistibilmente immobile, teatro ideale per ogni tipo di attività a contatto con la natura. La Torre Guaceto, che guarda ancora a sud est sulla sua baia di acque calme e chiare come lo smeraldo, offre ancora acque dolci ed un approdo sicuro e ben protetto dai venti; oggi i migranti sono altri, non più le navi che facevano rotta tra Brindisi e Venezia, ma gli uccelli acquatici che si spostano da nord a sud lungo le coste adriatiche, e le uniche vele che solcano la baia sono quelle degli ospiti di un centro sportivo che vi organizza corsi di base e perfezionamento.
Torre Guaceto, “zona umida di interesse internazionale” ai sensi del trattato di Ramsar e dal 2000 Riserva Naturale dello Stato, si estende oggi su oltre 1.100 ettari al confine tra il Comune di Carovigno e quello di Brindisi ed è divisa dalla statale 379 in due complessi paesaggistici differenti: verso l’entroterra domina il paesaggio antropico, con i seminativi, gli orti e poi ancora gli oliveti secolari, solcati dai muri a secco e dalle stradine poderali, che frammentano e ordinano gli appezzamenti; questa è l’area di produzione dell’Oro del Parco, l’olio a produzione biologica della Riserva.
Nell’area posta verso mare, il paesaggio si inselvatichisce e cede il posto alla macchia mediterranea, ai boschetti di leccio e alle paludi. Giganteschi eucalipti testimoniano una storia di bonifiche, iniziate già a partire dalla fine del XIX secolo dal senatore Dentice di Frasso, con la costruzione di un grande canale di bonifica e completata nel periodo della Riforma, con la messa a coltura di macchie e paludi. Oggi l’estensione della zona umida si è notevolmente ridotta, ma la sapiente opera dei gestori della Riserva ne ha saputo ricostruire in alcuni tratti la antica connotazione, favorendo la sosta di un gran numero di uccelli acquatici.
Un habitat che a Torre Guaceto assume un aspetto spettacolare è quello delle dune sabbiose, che in alcuni tratti raggiungono anche l’altezza di 15 metri e custodiscono una flora estremamente specializzata, dai colossali ginepri, alcuni dei quali assolutamente unici nelle loro dimensioni, alle più piccole specie erbacee come la soldanella di mare.
Una macchia mediterranea matura ed in lento recupero, fatta di splendidi esemplari di lentisco, fillirea e olivastro, si alterna a piccoli lembi di foresta di leccio, ospitando un’elevata biodiversità vegetale (Torre Guaceto è l’avamposto italiano più settentrionale della rara Erica pugliese) ed animale: ancora oggi, nelle radure è possibile vedere un gran numero di rettili, tra cui il colubro leopardino e la rara testuggine terrestre, oltre a mammiferi, uccelli ed anfibi.
Ma Torre Guaceto è anche un’importante area marina protetta; le praterie di Posidonia oceanica ed alcuni tratti di pre-coralligeno, colonizzato da affascinanti invertebrati come i briozoi e le gorgonie, dalla forma tipicamente arborescente, caratterizzano i fondali della Riserva, oggi visitabili con immersioni guidate.
Torre Guaceto ed il suo entroterra, dove una oculata e lungimirante gestione ha saputo coniugare i valori naturali più autentici con attività turistiche ed agricole e perfettamente sostenibili, sono la sede ideale per una vacanza realmente a contatto con la natura.
DOVE: Torre Guaceto (Brindisi)
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